Emilia Barbato “Capogatto”, nota di Daìta Martinez

un ricamo prezioso le parole di Daìta che si stringono alle mie.

larosainpiu

Capogatto di Emilia Barbato puntoacapo CollezioneLetteraria, 2016 Capogatto
di Emilia Barbato
puntoacapo CollezioneLetteraria

nota Daìta Martinez

Lei: “Questa sua origine di vuoto / che lentamente si occupa / che è lo spazio di una stanza / dove noi iniziamo” e che recinge di parola il respiro breve dei minuti, come una citazione accorta nel corso di una conversazione rivolta all’essenziale di una risposta affidata a una domanda che si conserva perché, quando una pagina è chiusa, è una grazia esistere nell’intera scenografia del verso che modella il volto di una pellicola mentre le luci vengono regolate su “curve bianche, morbide, senza testa” nel momento esatto che fugge il ritorno tornando a “una poesia che lui le scrive”.
È “un momento privatissimo” il montaggio di una scena, di un amore, di lei che si fa figurazione narrante, narrata nel luogo dell’attesa immobile e dentro la scadenza degli oggetti che poi non scadono e insistono solitudine nei legami…

View original post 385 altre parole

*

​mi sfioravi con gli occhi 
il resto del corpo calmo, imperturbabile, solo
una minima increspatura, un moto
proibito nella tunica, la soglia che cercavo 
per raggiungerti, ma tu
padroneggiavi la lira del silenzio, sapevi
del primo nemico 
e della natura divina insieme.

*

​tacesti all’improvviso, la neve 
gelò il piccolo corpo delle cicale,
lo schiocco delle ali – tutto ebbe fine – 
l’organo stridulatore dell’addome 
tremò nel tuo vento, la luce 
del mare subì un’ulteriore serie
di piccole deviazioni, rendendomi
un’immagine distorta, sfumata dell’estate.

*

avremmo dovuto restare incomprensibili,
segreti e un po’ dimenticati come I nomi
di quelle locande remote che interrompono
la campagna, essere lenti, intorpiditi,
fitti come muschi sul legno,
avremmo dovuto amarci con gli occhi,
insinuarci lentamente nelle clavicole,
avanzare piano, molto piano, con le dita.

Sette domande sulla poesia: EMILIA BARBATO

Grazie alla redazione di Limina Mundi per questa intervista

LIMINA MUNDI

Un altro appuntamento dedicato alle interviste di autori e personaggi potenzialmente noti, modestamente noti, mediamente noti, molto noti che sono pubblicate il lunedì.

Il titolo di questa intervista è Sette domande sulla poesia, perché sottoponiamo all’autore sette domande su importanti temi della poesia. A differenza dell’intervista “Il cerchio e la botte” qui la risposta è di lunghezza libera.

Anche questa, come “Il cerchio e la botte”, è un’intervista tipo che sarà sottoposta ad altri autori oltre a quello intervistato oggi che è EMILIA BARBATO.

13457711_1019285048163657_1819961437_n

  1. Al celebre verso refrain della poesia “La verità, vi prego, sull’amore” di Wystan Hugh Auden l’amata poetessa statunitense Emily Dickinson risponde “l’amore è tutto: è tutto ciò che sappiamo dell’amore”, citazioni in forma di dialogo per dire che raramente un poeta ha trascurato di interpretare questo sentimento nelle sue composizioni. Nelle tue poesie l’amore è presente? E se dovessi dire che peso esso ha avuto…

View original post 1.323 altre parole

bugie in rosso minore

spargi semi, lasci rotolare
sassi opachi e con cura prendi la misura
della distanza, con maniera siedi
sulle ginocchia per vangare applicato
in un metodo dissennato,
inconcludente, tenendo per ore le dita
piegate come un vomere sulla carta,
cercando in ogni distale un’ombra
fresca, morbida, il corpo scivoloso di un figlio,
lo strepito croccante di un germoglio
che apra la parola terra
negli umori del cielo.