Emilia Barbato, “Nature reversibili”. Nota di Michele Paoletti

Ringrazio di cuore Michele Paoletti per il tempo dedicato alla lettura della mia nuova raccolta e la redazione di Poetarum per lo spazio concesso.

Poetarum Silva

«Per raccontare il percorso di stesura dell’ultimo libro userò l’immagine di un sentiero che fin dal primo sguardo chiarisce al pellegrino la sua natura di foresta divina, l’amore. Ho riportato lo stupore di addentrarsi seriamente nella creatura corpo bosco, nel microcosmo di emozioni e bagliori e miracoli inauditi e nelle piccole insidie del cammino.» raccontava Emilia Barbato quando la intervistai a proposito del suo ultimo lavoro poetico.
Il percorso attraverso Nature reversibili (pubblicato da Lietocolle nella collana “I giardini della Minerva”, curata da Maurizio Cucchi) chiede di essere compiuto con i piedi ben piantati sul terreno, in una condizione di scambio reciproco tra corpo bosco e corpo del bosco, della terra. La parola di Barbato è esatta, piena nella sua misura, mai eccessiva: parola che chiede ascolto. All’interno del libro si intravede una vicenda, un percorso amoroso, ma non è questo l’obiettivo di Barbato: i testi ci avvicinano al mondo…

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perdo dolcemente i sensi,
senza un grido se ci penso.
Un bicchiere, un cucchiaio
traforato d’argento [manchi]
Con dita diafane allatto
la morte, la macchia
e il bacio verde della fata.
Aleggia l’odore del legno
di sandalo, mi lascio ghermire
da un angelo poco dopo
aver pesato questo cuore,
fuga per orchestra e artemisia