ma poi cosa ti sopravvive
se la parola è un simulacro
e le ortiche affollano
la cavità dove tace
la raffigurazione della tua divinità,
quella venere mutilata dove
crescevano le rose e le mani
volte a svestire della polvere
marmoree rotondità, le tue
due piccole lune crescenti,
l’impressione delle loro orbite
nei miei occhi,
cosa ti sopravvive in questi giorni
di pietra dove anche la quiete
di un ragno è rotta dal clamore
del mondo, solo quei minuti
fogli tra le piastrelle,
un testamento di versi, la tua
poesia per lei sparita? cosa mi resta
se non due nomi e una data?
Mese: agosto 2017
*
la luna ruota sul corpo
della donna piccole perle
ma negli occhi dello sposo
trova una nuvola e sparisce,
un colpo di tosse
può ordire la notte
a un nastro rosso: sono così
volubili gli amanti.
*
il principio, la durata,
la fine nella temperatura
di un muscolo, la contrazione
di un attimo, se
le mani districassero il tempo,
se negli orecchi i colpi tuonassero
come armi e le bocche fiatassero
all’unisono un odore saremmo
animali delle nuvole
complici negli occhi
di un operaio che fabbrica sogni
in un’officina di grazie