Il comignolo di mattoncini rossi,
levando un fumo morbido,
sigla un compromesso gentile
tra la presenza umana e la natura,
il momento preciso di silenzio
sullo spartito dell’aria,
un respiro necessario al di qua del vetro;
tra me e la campagna, la ferita
di una strada,
la marcia stridente degli autotreni
agli ordini dell’economia;
fermo i ritmi,
per un giorno dimentico
le miserie e i processi chimici
che mi riducono
a logiche semplici,
sospendo la digestione che questa
società converge,
poi sparisco nei succhi di un mondo
che mi inorridisce sempre più .
Mese: febbraio 2014
“SOSPESI” poesia di EMILIA BARBATO
Per me questo è un riconoscimento grande. Ne sono entusiasta. Grazie Dominique.
Confermo, nelle stanze
scarsamente illuminate d’ospedale,
la miseria della condizione umana
e imparo l’intero ecosistema
meccanico che vi si adopera,
puntuale nel silenzio
umano a regolare l’energia
rimasta ai corpi, così, lo sbuffo
della pompa di monitoraggio
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stilla dopo stilla
Se il poco di me che rimane
libero dai piccoli ingaggi quotidiani
si raccoglie in un corpo sfinito
la sera, ciò che mi insegna la forza
il giorno dopo è la caparbietà
nella nervatura delle tue mani,
la fierezza con cui orienti la tua
figura magra malgrado gli attacchi
della terapia agli arti, ti tengo
così negli occhi,
con la stessa maestosità dei cipressi
nel rigore tremendo del mese di febbraio
praticare atti regolari di rivoluzione
Come per coltivare
una sommessa rivoluzione
contro la razionalità,
la mano sospende
il rigore dei meccanismi,
ne provoca
l’inciampo definitivo,decreta
la fine delle ostilità.
Si guarda al vuoto di una crepa
come all’unico testimone
del passaggio veloce
del tempo sulla superficie
delle cose, eppure, le stesse,
rappresentano le scelte
e la sintesi della
vita che le chiude
nel buio
di una soffitta,
sopravvivono testarde,
restandone l’unica memoria.