Declinazioni

Soffri, dici,
del mio sguardo smarrito, ribadisci,
perso nelle declinazioni della
parola ‘assenza’,
ma esprimerti il mio turbamento,
la riluttanza a scrivere,
non è che la sintesi
dell’attimo rivoluzionario di libertà
che nasce dal rifiuto
felice dell’ipotesi
di una mia voce
sulle cose che taci
e dalla venerazione privatissima
degli scintillii della collana
sul pallore del mio collo nudo,
appena ieri palpitante sotto le tue dita.

Adagio ma non troppo

Vedi, se solo sapessi scrivere
una parola che non cada
nell’uso convenzionale
del termine ‘bellezza,

se riuscissi a racchiudervi
tutta la purezza di quegli sguardi
e la fragilità dell’andatura sbilenca
ampliandone il suono, come fa

quel varco che curva le gambe
o la piega arruffata della parrucca,
se fossi capace di includervi il pudore
e il bisogno di comprensione, la

necessità di combattere la curiosità
di chi non conosce, direi –
con amore – di un’umanità fiera e
della curva liscia del suo cranio.

omaggio d’amore poetico [9]

Ecco, quando succedono queste cose, queste meraviglie inaspettate, io mi emoziono e tanto.
Grazie Antonella, ne sono così felice.

Il nero delle forme

la canzone del nulla

a Saint Guilhem le Désert, tra
la torre dell’abbazia e la piazza, una vetta;
sommità di solitudini
e laconico riparo dei sogni.

Calchiamo vestigia romaniche
proiettando l’ombra dei nostri corpi,
li incoraggiamo ad esistere tra le stradine
medievali e l’odore dei formaggi

nel sacchetto di carta che tieni tra le mani
-resistere nell’immagine felice di un pasto-
porti una baguette alla francese e ne ridiamo
complici e prigionieri

di un nostro tempo,
epifania
in cui vorrei
saper restare, evitando di precipitare

ancora nell’inverno,
ma a noi sono concesse solo
dolorosissime separazioni
e il ripetersi inclemente dei giorni,

l’agguato brutale dell’assenza, lunedì,
la dispersione nei sorrisi accondiscendenti del martedì,
l’affanno, e siamo solo a mercoledì,
il respiro che sa portare ogni giovedì,

e poi venerdì, sembrerebbe un indizio di felicità
che ci restituisce alla famiglia,
eppure, in sabato e domenica,
troviamo sempre la stessa condanna.

folìa

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