tallo

Le mani scivolano!
Sulla corteccia del pioppo i licheni
fanno nidi, disserrano simbiosi,
declivi minuti con occhi vivi.

Molecole di ossigeno in bocche di tallo,
papille del moto erboso mia necessaria
fluorescenza, vivace idioma d’energia,
mia tutta bella fine del mondo,

come in una poesia di Milosz, in te
smentisco folgore e lampo
scoprendo il limite cui tende
la luce nelle ore

E Dio chiamò Angelo Christian

Per Christian Tito, amico e poeta

Ma un anno dopo e due altri ancora
quando la terra avrà un passo perso
e un ansito in meno chi piangerà i morti?
L’ostinazione degli angeli o un pastore?

“Giusto tra i Giusti” in due Grani di salmo
torto, irreparabile realtà del biancospino,
a meno di un metro si sfila la vita, l’amico
nel buio di una chiesa intestino.

Nessun bulbo sulle scapole per il passato
né orbite oculari in futuro
solo l’eleganza di una legge universale
che renda ai corpi energia, la quiete,

la giusta luce, cara curvatura dello spazio
tempo, ordine intuitivo della coscienza, ecco!
Sulle punte oscilla pendolo e ora, vuotino
il tempio dal feretro, restituiscano al cedro

i frutti, si spargano le spore, la malva germogli,
sia silenzio nell’alto dei cieli dove la stella
più bella brilla un eterno di idrogeno e elio,
e pace in terra a tutto quel che resta.

L’officina

Se una delle due ombre che sfilano lungo la vetrata mi anticipasse il futuro tremerei cercandoti la mano,
se una delle due ombre si allontanasse aleggerebbero sassi e sogni come farfalle.

E’ sempre un medicamento temporaneo
l’uso del pronome personale noi
“saremo in questo modo sebbene l’altro”.
Tuttavia, un movimento improvviso
e si combatte, truppe irregolari,
con un bacio si sposa la causa.
Ci si innamora perché fuori piove
e i compagni dicono cose interessanti.
S’incalza in una rivoluzione.