*

il silenzio è una scala che le dita
inventano quando la primavera
entra in un cimitero povero,
alle spalle un rumore di ferro.
Coprire di peluria le gemme come
di lanugine i corpi dei piccoli uccelli
mentre le bocche dei pesci affamati
disegnano una lunga o.
Il silenzio è questo giorno tra due
altri dove tu scrivi il grande segno
della sottrazione sulla carta e io
ricamo rive di pelle.

Emilia Barbato. inediti

Ringrazio infinitamente la redazione di Perigeion per aver dato spazio alla mia voce e Nino per la cura con cui ha portato queste mie cose in luoghi fitti fitti di poesia

perìgeion

emilia barbato

DELLA DISPERSIONE

un oceano lattescente di silenzio
svanisce i crinali autunnali
e la memoria di Dio
sospesa sul mare, qui
nessuno ti verrà a cercare,
solo un affollamento di paure,
un’eco dal fondovalle che impegna
mulattiera e rocce.

*

quando guardi il giorno
e la luce strilla la moltitudine
del mondo le pupille implorano
misericordia ai nomi
e un’intercessione per la pluralità
delle cose, così chiami fiordaliso
lo smarrimento della parola cielo
che ti sovrasta.

*

ti assicuri a un punto fisso, guardi
in alto con occhi ciechi dimenticando
le traiettorie fulminee d’utenza, se fossi
invisibile non farebbe differenza, se urlassi
non saresti che un acuto breve,
di un tunnel lo stridio, il femmineo odore
di ferro, così nutri l’esigenza poetica
di fermarti, percepirti in un lento fiato circolare.

*

lascia che tu sia granello
e bulbo in cui fluire,
che lungo il collo possano
incendiarsi lunghe scie,
sii ancora…

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Luce a Sud Est

Mi piace pensare a questa luce nuova che arriva da sud est e che non è il bagliore di un incendio.
Voglio restare nel vento, nell’odore buono che si leva dopo la pioggia quando il sole riscalda la terra e l’erba danza nei suoi marosi.
Nessun odore acre, nessun tramonto innaturale all’orizzonte. Oggi brilla una carezza.
Desidero renderla a tutte le persone che ho incontrato, a tutti quelli che mi hanno aiutato a toccare la crepa.
Grazie, grazie ad ogni dottore e a tutti i pazienti, grazie a te mamma perché ci sei ancora.

Luce a Sud Est – il vincitore

*

dove corre l’interstizio,
tra una fuga e l’altra,
togliere la polvere, la farina
dell’abbandono.
Su supporti piani di memoria
l’orografia dell’amore,
a una a una sotto le dita
le catene delle vertebre,
la flora ispida delle tue regioni
mia bacca matura di novembre,
fortezza arcuata di silenzio,
corona robusta di spine.