tutto è silenzio, principio di suono, materia
liquida che avvolge, i capelli ritirate
caracee e il seno sospeso un senso,
una bianca vertigine, tra i denti
scivola il rosso mollusco della sua lingua
e lungo le scapole sporgenti, la curva
lombare della schiena, lui è una corrente,
un abisso, un indomabile tormento.
Mese: febbraio 2016
l’uomo venuto dal mare
almost relentlessly she looks for him
where the waves break, with her knees
in the grains of sand, she gathers
gems for the eyes to see, if her lips
she seals in her breathing heat
he kisses her in her mouth endlessly
and while she winding calls him
he emerges silvery, in the roar
of the crash, from the sea.
splendida traduzione di Davide Trame che mille e più volte fa suonare i miei versi. Grazie Davide.
l’uomo venuto dal mare
quasi sempre lo cerca dove vanno
a rompersi le onde, con le ginocchia
nei granelli di sabbia raduna gemme
per occhi e se chiude le labbra
nel calore della bocca molte volte
lui la bacia, mentre se con movimenti
vivi lo chiama egli emerge argenteo
dal mare nel fragore dello schianto
l’uomo venuto dal mare
nella sabbia fine l’uomo,
sotto le dita la mano posa
passiva, prossima
alla pienezza del compimento.
Antefatto è la sua bocca che si apre
sopra ogni idea di attesa, tensione
e pulsione del desiderio,
lingua e rombo d’onda che si frange
a Miklós Radnóti
dai tetti di pietra la luce azzurra
delle vette porta il sogno del tuo
corpo fuori mirino, il guaiolare
del vento opposto allo sparo è
un sistema vascolare là dove
brusiscono i tuoi versi, tra abiti
comuni, come una felce franca
nella fossa, fiatano esametri
sul taccuino, la passione della bocca
sopra la donna amante e amore,
le lunghe ombre della prigionia,
la pazienza del fiore scritto verso
la morte, il nocciolo del poema,
vedi le cose come tornano e
a quanta distanza, come lavora
per mano di una penna la vittoria?