Un seme di cactus

È scivolato nel silenzio febbraio … uuush!
Lamenta cigolii il cardine e una sassaiola di colpi
bianchi la tettoia, il rigore nella disposizione
di un accento l’esametro. Annaspa sul mare
la soluzione, cerca la misura esatta di ruggine
un seme di cactus, del corpo la mietitura.  

Vieni … Vieni! Concupisce la morte
Nell’abisso delle gole il buio di un mancato
respiro, il ritmo della macchina puntuale …
Vieni! Continua sotto le coperte, voltando
con un’ossuta lascivia la pelle dei nuotatori,
una maschera d’ossigeno e una bolla di morfina.

Vieni! Dice al naufrago dove l’acqua ingoia,
al fondo nella foresta alluvionale dei pensieri
è scivolato nel silenzio anche l’oro di marzo …
Vieni! Dice al prisma di sorrisi dei mandorli
aperti in aprile, solo la notte ci scortica lungo
le vetrate, ci fuma scivolando nel fosso.