Assillo aprico, drupa
dolente, anche camminando
tra cortecce carbonate e un cielo
di latta – vetro – mi tagli le vene
Per quattro anni ho rovistato
in quel tuo viso bifronte
la vita appiccata al capriccio
E la luna – in un cielo di poco più scuro – lo guardava dall’alto. Come dimenticare? Egli disse. Altro non esiste che un passo di polvere nella fame del vento. E dopo gridò come un falco e negli occhi l’alveo delle nuvole dove scorre tutto il tempo e nelle mani la sua natura umana, immoderata.
Assillo aprico, drupa
dolente, anche camminando
tra cortecce carbonate e un cielo
di latta – vetro – mi tagli le vene
Per quattro anni ho rovistato
in quel tuo viso bifronte
la vita appiccata al capriccio