A Charles Simic
Il giocoliere sotto il bicchiere
sibilante di vetro afferra la parola e si sfrega
le mani come una strana mosca blu
E la luna – in un cielo di poco più scuro – lo guardava dall’alto. Come dimenticare? Egli disse. Altro non esiste che un passo di polvere nella fame del vento. E dopo gridò come un falco e negli occhi l’alveo delle nuvole dove scorre tutto il tempo e nelle mani la sua natura umana, immoderata.
A Charles Simic
Il giocoliere sotto il bicchiere
sibilante di vetro afferra la parola e si sfrega
le mani come una strana mosca blu
Di fianco la lingua francese
becca tre ossi, vibrano
nel deviatoio una breve
esitazione della vista.
Si sdoppiano binario, idea
chiarore … l’infedele smentisce.
Tuttavia, sul nulla piega il buio
e dove sorge la luna -impartecipe- gli spiriti
accaldati fischiano alle belle
di notte.