Lungo la verticale un’esistenza
vegetale rasa il muro, muove
un tessuto tramato d’aria.
Segue una discontinuità di grigio,
la pioggia, due file di lastricato.
Mediocre e pregevole si struggono.
Si disfa la parola come uno strappo
nella tela di una scarpa, passato e futuro
sferzano fulminei l’ora. In basso
l’uscita laterale dà sul pilastro
dove leggo “tartaruga in libertà”.