Chiaramonte Gulfi 29.07.18

la zagara ripara in un cono di luce verde
e il sole appare appena tra le foglie, restiamo
pietrificati nella formula delle cicale,
provvisori in una linea d’estate con un organo
stridulatore nell’addome, sinistro il siliquestro
se Giuda fiorisce mentendo sulla corteccia del tronco
e dei rami, dove germoglia? Misura d’indifferenza,
sangue e fiele, un fondato sospetto il bacio.

fiori di fulmine

Scorrono fiori di fulmine sotto le palpebre
in giorni come questo dove il sole è un lago
interrotto e i rondoni si aprono in formazioni
scoordinate sulla rete metallica del tetto.

I lampioni restano infruttuosi nel pieno di questo giorno
dove tu non parli e pensi che la pazienza sia un seme
impossibile eppure la terra è stata debbiata ma tu taci
in modo che scorrano fiori di fulmine sotto le palpebre.

dad

(ti scrivo nell’unica lingua possibile, ti scrivo in ciò che mi è inaccessibile come le tue braccia, in parole a me ostili come la tua assenza, ti scrivo perché scrivendoti è come se potessi tenerti ancora dad e ti chiedo scusa per tutti i silenzi, le dediche e le poesie mancate, per tutte le intenzioni bruciate come piccole candele nelle chiese.)

I’m afraid
I’m becoming more and more fragile,
I keep my leaves
like a green bud,
the world hurts,
the terrible black light burns
all day in a smile,
you are gone!
I can’t walk
softly this day, everything
is wrong in my eyes,
please, come back.