notte

il braccio sciupato, le striature
delle unghie, la pienezza del viso
bambino nella mano che lo culla,
la poca luce ferocemente si
posa sulla pelle e nello scuro
imminente sa vietare il permesso
della notte – la breve epifania
della tua bocca che si apre sulla
mia – la luce sconsiderata causa
duri risvegli, urla le mie molte
solitudini strette nella stanza,
la noia in un lieve disordine.

*

di quando in quando ci attraversa
qualcosa di intraducibile, a
volte osiamo dire felicità
altre franiamo in un breve palpito,
così sorprendere la chiarezza
del fumo di un comignolo mi dà
alla semplicità con cui accado
insieme alla vita, i rumori
smettono, il tempo perde rigore,
tutto rivela calma compiutezza –
è risolutivo essere poco
più che individui contemplativi –