Minutissimi relitti alla deriva,
le teste canute nel sonno
inclinate su un lato,
naufragano qualche parola.
Si distingue una litania,
resta sospesa nella sua imperfezione
eppure propaga il senso, tuona
nell’aria immobile della stanza.
‘Gesù Giuseppe e Maria
Vi dono il cuore e l’anima mia‘
Spoglia, credibile, sentita. Un rombo muto e nascosto.
Mi colpisce così tanto.
Tanto di cappello.
In quella stanza, le piccole teste smarrite, oblique. Seduti ai tavoli, dopo il pasto. Dormivano. L’aria ferma, solo la litania della donna a muoverla. Non credo di aver provato mai tanto dolore.
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Questa è più che poesia.
E’ uno sguardo nella vita, nell’animo, nella mente.
La descrizione di un momento che si fa eterno.
Come ho fatto quattro anni fa a non risponderti? Quando ciò che arriva al cervello da immagine diventa gelo e lama. Ti abbraccio Ros
❤