Vedi, fatti bulbo,
contieni
luce e immagini, mondi,
un piccolo terremoto, un nido.
Fatti minutissima,
una viola,
racchiudi risonanze, il timbro
intenso del silenzio.
E la luna – in un cielo di poco più scuro – lo guardava dall’alto. Come dimenticare? Egli disse. Altro non esiste che un passo di polvere nella fame del vento. E dopo gridò come un falco e negli occhi l’alveo delle nuvole dove scorre tutto il tempo e nelle mani la sua natura umana, immoderata.
Vedi, fatti bulbo,
contieni
luce e immagini, mondi,
un piccolo terremoto, un nido.
Fatti minutissima,
una viola,
racchiudi risonanze, il timbro
intenso del silenzio.
Quanta intimità in questo big bang…
sì
Sì, una intimità tutta femminile … Complimenti Emilia
Ciao Patrizia felice che tu sia qui. Un abbraccio.
ogni microcosmo, un mondo infinito
Un abbraccio Massimo
a te carissima…
Penso a un nido coi suoi pulcini e la mamma li copre con le ali nel momento della tempesta. Complimenti e grazie per la tua visita. Saluti
Ho voluto giocare sul doppio concetto di bulbo/viola. Pensavo al bulbo oculare che permette di catturare immagini e provocarne la fioritura, al non detto e al piccolo terremoto che il silenzio provoca facendo vibrare il corpo come una viola, strumento dalle note acutissime. Pensavo a come un corpo contenga emozioni, amori. Grazie a te, al tuo blog che seguirò con grande attenzione. Molto interessante davvero.