Mi infilerei nella sicurezza
di questo crepuscolo agostano,
nello stormire rassicurante
delle foglie al vento,
per consegnargli la clemenza
della memoria recente
e chiedergli un’unità di
misura per il mio tempo,
perché dicono sia
buona norma
conoscere le ore
e la precisa collocazione
dei secondi nei minuti, l’appartenenza,
ma io vivo a giorni discontinui
ho cinque turni accelerati
e due pause per l’aria,
così, prima che finisca
questo ciclo di respirazione,
resto nell’eterno degli occhi,
nel capolino ancora chiuso
dei girasoli che si lasciano cullare
dalla sera, mentre, disponendo
fiori nel disco, disegnano spirali,
a senso orario e nel verso opposto.
Adoro, Emilia. La tua scrittura è in movimento, e mi piacciono i luoghi che incontra. Moltissimo.
Sono così felice che ti piaccia. Tu sai quanto io tenga alla tua opinione.
è una scrittura che leggi, poi la rileggi e poi la leggi ancora, come incantato “nel crepuscolo agostano” E’ grandiosa Emilia !!!
Ne sono felice Rolando. Grazie 🙂
la leggo come il canto trasognato di una disallineata, bella la geometria con cui ti trovi, e un fiore in più alle nature che si piegano solo col movimento essenziale del vento.
🙂 In cerca di un tempo. Di una dimensione media, un equilibrio come quello che la natura usa nel disporre, con movimenti alternati, i fiori.
Sei decisamente da scoprire!
Decisamente!
Io così farò!
A presto!
🙂
gb
Allora benvenuto/a gelsobianco.
Buongiorno 😊